La Pasqua non è solo il tempo delle uova di cioccolato. In Carinzia le festività pasquali vengono celebrate con varie e suggestive tradizioni, che hanno molto a che fare da un lato con usanze antiche, e dall’altro con ricette familiari. Dopo il digiuno di Quaresima, si festeggia con sostanziose specialità e dolci prelibatezze, si riscoprono vecchi giochi d’abilità e si fanno escursioni tradizionali. Grazie a tutto questo e altro ancora, le giornate di Pasqua in Carinzia hanno un fascino speciale per i turisti e non solo.

Schermata 2019-04-19 alle 09.50.46L’addio all’inverno e il benvenuto ai messaggeri della primavera sono momenti che hanno una lunga tradizione in Carinzia. Quando la Pasqua è alle porte, rivivono le antiche tradizioni. Si cucina, si fanno dolci e lavoretti tradizionali, si riscoprono le antiche tradizioni. Già nella Settimana Santa sono in programma vari preparativi. Nella Domenica delle Palme, i bambini portano in chiesa per la benedizione dei ramoscelli legati a formare piccole scope dal lungo manico.

A queste cosiddette “Palmkatzerl”, o “Palmbuschen” in dialetto carinziano, vengono appesi dolciumi e “Brezel” salati che non si possono assaggiare fino a dopo la Messa. Soprattutto in Alta Carinzia, ancor oggi è molto popolare questa usanza che prevede anche il piantare i ramoscelli benedetti nel terreno o nel metterli vicino al crocefisso nella stube, per tenere lontane dalla casa le disgrazie.

Nel giorno di Giovedì Santo (“Gründonnerstag”, ovvero Giovedì Verde in tedesco), per tradizione vengono serviti in tavola spinaci con frittelle di patate “Rösterdäpfeln” e uova al burro. Di sera, i fedeli partecipano alla Messa per l’Ultima Cena, al termine della quale le campane delle chiese restano mute per tre giorni. Ai bambini si è soliti raccontare che le campane non si sentono perché sono volate tutte a Roma. In questo periodo, la funzione delle campane viene svolta da spauracchi di legno (“Ratschen”) soprattutto durante la processione del Venerdì Santo (“Karfreitag”). L’importanza culturale di questi “Ratschen” per la Carinzia è dimostrata dalla loro inclusione nell’elenco dei beni culturali immateriali dell’UNESCO.

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Il Venerdì Santo è una giornata di digiuno rigido, anche se nelle cucine già si spargono deliziosi profumi: i preparativi gastronomici per il weekend di Pasqua sono già iniziati. Si cucinano prosciutti e würstel, si colorano le uova e s’infornano i dolci “Reindling”. La focaccia pasquale carinziana “Osterreindling” è il dolce tipico delle feste in Carinzia ed è una presenza irrinunciabile per il pranzo di Pasqua (“Osterjause”). Viene preparato con pasta lievitata, burro fuso, nocciole, uva passa e una spruzzata di rum. Il pranzo di Pasqua è molto calorico e saporito, a base di salumi affumicati, lingua di manzo con kren (rafano) e uova variopinte. Ma ci vuole ancora un po’ di pazienza perché il Venerdì Santo è pur sempre giorno di digiuno.

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“Gli ingredienti per il pranzo di Pasqua vengono messi nel cestino che sarà benedetto il sabato, durante un’apposita cerimonia”, racconta il dr. Heimo Schinnerl, direttore del reparto etnografico del museo regionale carinziano Landesmuseum Kärnten. Ma prima del pranzo, i ragazzi del villaggio devono svegliarsi molto presto perché la mattina del Sabato Santo (“Karsamstag”) in chiesa si svolge la benedizione del fuoco. Questa cerimonia si effettua con funghi del legno infuocati, appesi a lunghi fili metallici che vengono ruotati in cerchio dai ragazzi, e in seguito portati a casa. Un tempo questo fuoco veniva utilizzato per accendere il fornello a legna su cui si cucinava il prosciutto di Pasqua “Osterschinken”.

Oggi invece lo si utilizza per accendere le candele che adornano la tavola nel giorno di Pasqua. Fra gli elementi caratteristici delle tradizioni di Pasqua in Carinzia ci sono le tovagliette “Weihdecken”, che coprono i cibi da benedire per il pranzo pasquale. Si tratta di tovagliette di lino artisticamente ricamate con motivi sacri e con le iniziali della donna che porta il cesto. Oltre a ricoprire i cibi del pranzo di Pasqua, le “Weihdecken” servirebbero a tenere lontani i fulmini. Il cesto di Pasqua viene decorato con un mazzolino fatto con i primi fiori di primavera.

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Finalmente arriva la Domenica di Pasqua che si preannuncia molto presto con gli spari dei mortaretti (“Böller”) alle prime luci dell’alba. In alto, sui versanti ancora in ombra delle montagne, si vedono divampare i fuochi di Pasqua. Dopo la Messa, le famiglie si ritrovano insieme per il pranzo di Pasqua, il principale della giornata, a base di carne, salumi, rafano, uova e dolce Reindling. Naturalmente si tratta di un pranzo da giorno di festa: un giorno molto atteso dai bambini che vanno alla ricerca dei nidi pieni di dolciumi, accuratamente nascosti dal leprotto di Pasqua. Secondo la tradizione, in questo giorno i padrini del battesimo portano ai bambini un regalo: il “Gotenstrutz” che deve il nome al termine dialettale “Gotl” (padrino del battesimo). CARINZIA_Klagenfurt_pasqua_∏FranzGERDL_KT_3

Nelle varie zone della Carinzia, si praticano usanze diverse per celebrare i giorni festivi della Domenica di Pasqua e del Lunedì dell’Angelo. In Alta Carinzia e nei dintorni di Villach, per esempio, si pratica il “Kugelstossen”, un gioco simile alle bocce. Altre usanze sono le scommesse sul rotolamento delle uova di Pasqua su due manici di scopa e l’insolita fiaccolata di Gösseling, presso Launsdorf, durante la quale uomini e donne danno fuoco a tronchi alti vari metri e li trasportano nel buio della notte. Ai bambini piacciono molto il gioco del cozzo dell’uovo (“Eierpecken”) o il lancio delle monete, durante il quale si gettano monete contro un uovo fino a quando una moneta rimane incastrata nel guscio. Dopo un pasto sostanzioso come quello di Pasqua, un po’ di sano movimento è quel che ci vuole. Per questo in tanti paesi viene organizzata la “Emmaus-Gang”, un’escursione primaverile in ricordo del cammino biblico sulla strada per Emmaus.

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Con il Lunedì dell’Angelo non si concludono le usanze di Pasqua. Chi è ben allenato, può partecipare nella Carinzia centrale alla “Vierbergelauf”, la marcia dei quattro monti che si svolge due settimane dopo il Venerdì Santo, nel “Dreinagel-Freitag” (Venerdì dei Tre Chiodi). I partecipanti alla marcia partono intorno a mezzanotte, dopo la messa sul monte Magdalensberg. Il percorso si snoda per circa 50 chilometri, tocca le cime di quattro montagne e si conclude sul monte Lorenziberg.

Per i turisti e per gli ospiti, vivere le usanze tradizionali di Pasqua significa incontrare il genuino modo di vivere dei carinziani, ricco di spiritualità ma anche di allegria e soprattutto di un rapporto intenso con la natura. Sono esperienze indimenticabili che rendono davvero speciale la vacanza sul versante meridionale delle Alpi austriache.